8 marzo: perché sia ogni giorno!

L’8 marzo non è una data da segnare sul calendario e festeggiare in “modalità concessione” … l’8 marzo dovrebbe essere ogni giorno, con rispetto e senza retorica … ché anche solo a dirlo si cade nella retorica!

La Festa della donna, o più correttamente la “Giornata internazionale della donna“, dovrebbe concludere 365 giorni … di ogni anno – nei quali praticare normalmente l’idea di una parità che non sia uguaglianza di modelli, ma uguaglianza di opportunità.

Dall’8 marzo di ogni anno, infatti, dovrebbe scattare l’affermazione delle peculiarità del femminile, dai colori diversi come il più bel mazzo di fiori!

Non per minimizzare la portata dell’evento, né il lavoro ancora da fare, le barriere da scavalcare, gli steccati da abbattere in molte zone del mondo e in altrettante case, ma per ribadire la bellezza di non uniformarsi a dei cliché.

Per affermare la forza della personalità, della diversità, del coraggio di esprimersi, senza briglie, anche quando potrebbe essere scomodo.

Perché spesso, ed è un punto forse sul quale occorrerebbe riflettere, sono le stesse donne a rimanere legate a lacci e lacciuoli. A pensare di “non essere” se non vengono appellate.

Perché se le donne che sostengono di esserlo, fossero davvero ‘liberate’ non avrebbe fatto scalpore, ad esempio, Beatrice Venezi che sul palco dell’Ariston affermò “non chiamatemi direttrice, sono direttore d’orchestra”.

Perché non serve un appellativo di genere, di qualunque genere, per vincere una battaglia; un appellativo di genere può servire dove non ce n’è mai stato uno – benché la lotta debba utilizzare strumenti lontani dai semplici slogan – ma dove si pensa di essere oltre, occorre vivere le distinzioni in termini di uguaglianza.

Che l’8 marzo, allora, sia per tutti … per le donne, ma anche per gli uomini che sempre sul palco di Sanremo hanno sdoganato l’idea del bouquet fiorito come dono “al femminile”.

Perché da oggi, ed è un auspicio, le regole siano davvero trasparenti, i rapporti siano davvero limpidi, il confronto sia davvero civile, la diversità sia davvero riconosciuta …. quello che dovrebbe regolare qualunque rapporto umano.

Perché forse è il tempo di parlare meno di donne e di uomini … e più di persone!