

Oltre 7 imprese su 10 (74%) prevedono di non licenziare e conservare l’attuale organico salvando posti di lavoro e tenuta sociale delle famiglie.
Questo nonostante quasi 1/3 delle aziende (31%) sia ripartito nel 2021 con bilanci in rosso a causa dei devastanti effetti dell’emergenza Covid sull’economia.
E’ quanto emerge dall’indagine di Uecoop su un campione di realtà produttive da nord a sud della Penisola in riferimento all’annuncio del ministro dell’economia sulla proroga del blocco dei licenziamenti.
La pandemia sta mettendo a dura prova dai servizi al commercio, dalla logistica alla manifattura, dall’agroalimentare al turismo con perdite di fatturato, sospensione dei progetti di investimento e problemi a garantire i livelli occupazionali.
A fronte di questo scenario preoccupante, aggravato dalle incertezze sull’arrivo dei fondi del Recovery Plan e sulla crisi di Governo, quasi 1 impresa su 5 (19%) pensa addirittura di rafforzare il personale.
Secondo Uecoop, il motivo è essere pronti a cogliere le opportunità di una ripresa dell’economia e degli scambi europei ed extraeuropei che la maggior parte si attende nel secondo semestre del 2021.
Dopo un anno che il 65% definisce difficile e il 18% considera il peggiore di sempre, una fetta di imprese (7%) pensa che nei prossimi mesi sarà costretta a licenziare a causa del crollo dei fatturati, dei costi e della crisi di liquidità.
Fra le imprese che registrano perdite, più della metà (57%) ha visto ridursi il fatturato fra il 10% e il 50% ma in alcuni casi si è arrivati anche a crolli di oltre il 70%.
In questo contesto – conclude Uecoop – l’attesa per le risorse del Recovery Plan è il sintomo evidente di una sofferenza sociale ed economica che colpisce realtà produttive e famiglie mettendo in pericolo l’intero sistema economico nazionale.