

Cita anche il cantautore Eugenio Finardi ed il suo evergreen inno alla radio, Maurizio Costanzo che nell’articolo pubblicato sull’ultimo numero di Chi ribadisce come “questo mezzo, inventato – Dio l’abbia in gloria! – da Guglielmo Marconi è ancora importante“.
“‘Amo la radio poiché arriva alla gente, entra nelle case e ci parla direttamente … e se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace anche di più, perché libera la mente’ – riporta il giornalista, aggiungendo “personalmente ho continuato e continuo a fare radio“.
La sua è una riflessione a tutto tondo “la radio che tanti anni fa veniva chiamata ‘la sorella cieca della televisione’ – scrive – in realtà è radicata nelle scelte degli ascoltatori, uomini e donne, più di quanto si possa credere”.
In base all’esperienza personale, Costanzo sfata luoghi comuni. “Si è soliti dire la radio la si tiene accesa ma la si ascolta distrattamente – dice – Non è così. …. confermo: la radio non è ascoltata distrattamente“.
Il luogo privilegiato per seguire i programmi, come si sa, è l’automobile e la situazione attuale non aiuta “…. dal momento che la si ascolta molto quando si è in auto – evidenzia ancora il noto anchorman – il lockdown e l’obbligo, comunque, a non spostarsi oltre al proprio Comune ha tolto un po’ di ascolto“.
Una situazione sicuramente momentanea “sono certo che non appena la pandemia tenderà a scemare, gli ascolti delle radio cresceranno“.
A supporto della riflessione cita i numeri “gli ascoltatori totali delle radio sono 33milioni 689mila. Un milione in meno rispetto al passato” ma aggiunge “una cosa sono i dati di ascolto e un’altra come la radio viene percepita e quanto abbia il potere di influenzare nelle scelte di qualunque tipo”.
Sull’ultimo punto, aggiunge ancora “spesso i grandi numero di una radio sono determinati da una scelta musicale azzeccata o da qualche atteggiamento di moda“, ma la radio ha dalla sua una caratteristica unica “rispetto alla televisione crea affezione”.
E’ così anche per voi? Perché amate Radio Subasio?