“Telepaticamente”: Fedez e il punto d’incontro tra scrittura, immagine e musica

Telepaticamentenon è semplicemente un singolo: è il punto di incontro tra tre forme d’espressione: la scrittura, l’immagine e la musica.
Il progetto di Fedez debutta il 31 ottobre.

Il nuovo singolo dal titolo “Telepaticamente“, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio, in realtà arricchisce un percorso narrativo più ampio, iniziato con l’uscita di “Temet Nosce” su YouTube, proseguito con il libro “L’acqua è più profonda di come sembra da sopra” e anticipato dalla campagna teaser che ha illuminato Milano negli ultimi giorni.

Tre linguaggi che Fedez usa per raccontare la sua verità da prospettive diverse.

Il libro come immersione nel pensiero e nella parola, l’immagine come gesto visivo che restituisce la sospensione, la canzone come emozione immediata, dove la voce diventa strumento di verità.

Sui ledwall della Galleria Vittorio Emanuele II e dei Navigli lunedì è apparso un video in bianco e nero: Fedez, immobile, lo sguardo rivolto verso l’alto.
 

In pochi secondi dalla sua maglia si sprigiona un’esplosione di filamenti attraversati da uno stormo di rondini che lo sollevano, fino a lasciarlo sospeso in aria, immobile, fragile, in bilico tra senso di leggerezza e gravità.

Un’immagine potente e ambigua.

Nessun titolo. Nessuna firma, solo l’anticipazione data da Fedez sui suoi canali social. Fino ad oggi, quando sugli stessi ledwall è apparsa la scritta “Telepaticamente”.

Con una scrittura matura e diretta Fedez, su una produzione firmata da Merk & Kremont,  si muove con lucidità tra vulnerabilità e consapevolezza, raccontando la tensione costante tra individuo e personaggio, tra amore e conflitto, tra verità e rappresentazione.

Penseranno che sia stato finto, sparano all’artista, muore la persona” un verso che introduce il cuore del brano, la distanza dolorosa tra immagine pubblica e identità privata.

Il ritornello “Te-le-pa-ti-ca-men-te è come rifare l’amore con te” trasforma quella distanza in una connessione invisibile, un legame che sopravvive alle parole e al tempo.


E in mezzo al testo, una frase chiave diventa ponte tra musica e scrittura: “L’acqua è sempre più profonda di come sembra da sopra.”


Non solo un verso, ma un richiamo diretto al titolo del libro uscito pochi giorni fa.


La stessa immagine attraversa tutto il progetto: l’acqua come simbolo della profondità nascosta, della parte sommersa dell’anima, quella che spesso resta invisibile dietro la superficie di una vita pubblica.