Gli Spandau Ballet tornano a sorprendere i fan con un regalo speciale: Eyes, un brano inedito che risale ai primissimi anni della band e che non era mai stato pubblicato ufficialmente. Si tratta di un pezzo che faceva parte della scaletta originale del gruppo quando ancora si esibiva nello storico Blitz Club di Londra, cuore pulsante della scena New Romantic, ma che era rimasto chiuso nei cassetti per oltre quarant’anni.
L’uscita del singolo anticipa la pubblicazione di un progetto ambizioso: un cofanetto antologico dal titolo Everything Is Now – Vol. 1: 1978-1982, in arrivo il 12 settembre. Questo box set raccoglierà i primi successi della band e una serie di registrazioni rare e inedite, offrendo uno sguardo privilegiato sugli anni della formazione e sull’evoluzione del loro sound.
Eyes ha una storia affascinante. La canzone, insieme ad altre demo, fu registrata nel 1979 agli Halligan Studios, al 103 di Holloway Road, quando il gruppo si chiamava ancora Gentry. Proprio in quello studio nacque anche il nome destinato a entrare nella storia: fu il futuro giornalista Robert Elms a suggerire “Spandau Ballet”, un nome che evocava un’immagine potente e drammatica, perfetta per il clima creativo di quegli anni.
Secondo Gary Kemp, chitarrista e principale autore della band, Eyes ha un’anima post-punk e dalle sfumature gotiche, caratteristiche che riflettono bene la prima fase del loro percorso artistico, quando gli Spandau Ballet erano ancora lontani dalle raffinate produzioni pop che li avrebbero resi celebri nei primi anni ’80.
Tuttavia, il produttore dell’epoca, Richard Burgess, decise di non includere il brano nell’album di debutto, ritenendolo non in linea con l’impronta sonora che voleva dare al disco.
Questa pubblicazione, oltre a soddisfare i fan più fedeli, rappresenta un vero documento storico: mostra il volto meno conosciuto della band, quando erano giovani, affamati di musica e ancora in cerca della loro identità definitiva. Con Everything Is Now – Vol. 1 si apre quindi una finestra sui giorni in cui gli Spandau Ballet, prima di diventare icone pop, respiravano ancora l’energia ruvida e sperimentale della Londra di fine anni Settanta.
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