Negli ultimi anni il tema della sostenibilità ha iniziato a occupare un posto sempre più centrale nel mondo della musica dal vivo. L’obiettivo di artisti e organizzatori è intrattenere il pubblico “anche” in modo più “responsabile”, riducendo per quanto possibile l’impatto ambientale di tournée e grandi eventi.
Ma cosa significa, in concreto, organizzare un tour “green”? Significa prestare attenzione all’impatto ambientale delle esibizioni dal vivo attraverso pratiche ecocompatibili come l’utilizzo di energie rinnovabili, la riduzione al minimo degli sprechi, l’impiego di materiali riutilizzabili e metodi di trasporto più ecologici.
Qualche esempio concreto? I Coldplay in passato hanno scelto di limitare le emissioni durante le tournée con una soluzione innovativa: hanno impiegato pavimenti cinetici capaci di trasformare i movimenti del pubblico in energia e pannelli solari sulle strutture sceniche e batterie riciclate provenienti dalle auto elettriche. Inoltre, dove la riduzione non è stata possibile, hanno investito in progetti di riforestazione e rigenerazione del suolo.
Un altro esempio virtuoso viene dai Massive Attack che nel 2024 a Bristol hanno prodotto le emissioni di carbonio più basse di sempre (ridotte del 98%).
L’approccio in questo caso è stato a 360°: a partire dall’alimentazione per sostenere il palco – che proveniva interamente da batterie ricaricate con fonti rinnovabili, passando per il cibo servito – che era al 100% vegano – e, infine, i servizi igienici – che erano compostabili. Ma i Massive Attack non si sono fermati qui: per il pubblico avevano predisposto anche treni speciali dopo lo spettacolo, autobus elettrici gratuiti e incentivi dedicati a chi arrivava con i mezzi pubblici.
In tempi ancora più recenti, anche Sam Fender ha scelto di adottare soluzioni concrete affidando il trasporto delle scenografie a camion elettrici. Una decisione che ha permesso di evitare centinaia di chili di emissioni di CO₂ in pochi giorni di spostamenti.
Ma anche in Italia non siamo da meno. Esempi virtuosi di tour e festival musicali sostenibili includono quelli di Elisa, che ha ridotto l’impiego di mezzi di trasporto e promosso la riforestazione; Jovanotti, che si è focalizzato sulla pulizia delle spiagge e sull’uso di materiali compostabili.
Non mancano, infine, eventi come lo Sherwood Festival e Suoni Controvento, che adottano misure concrete per ridurre le emissioni, incentivando la mobilità sostenibile e utilizzando energie rinnovabili.
Casi come questi mostrano che la strada verso i concerti sostenibili non è solo possibile, ma già in corso. Certo, restano dei limiti: eliminare del tutto le emissioni è difficile, soprattutto in tournée internazionali dove i voli restano inevitabili. Ma ogni passo conta, e la differenza può venire anche dal pubblico, accettare qualche piccolo cambiamento nelle abitudini in nome di un’esperienza musicale più responsabile.
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