“Brunello, il visionario garbato” di Giuseppe Tornatore arriva nei cinema il 9, 10 e 11 dicembre.
Il docu-film è stato prodotto da Brunello Cucinelli, perché voleva raccontarsi in prima persona, ripercorrendo la propria vita, dall’infanzia poverissima al successo come imprenditore della moda.
“Io non sono cambiato, vorrei però che i giovani prendessero ispirazione dal non aver paura e sostituire la paura con la speranza e la provvidenza. – ha detto Cucinelli – Vorrei che studiassero un po’ meno perché credo nell’intelligenza dell’anima.
Vorrei che guardassero la povertà con un occhio leggermente migliore, vorrei che non avessero paura della tecnologia e vorrei che fossero in qualche maniera custodi, i paladini di una nuova rivoluzione culturale umanistica.
E questo è un nuovo umanesimo, un nuovo Rinascimento, sono sicurissimo, questo è un secolo d’oro”.
Nel documentario Tornatore racconta il percorso di Brunello attraverso una commistione di linguaggi, fra documentario classico e messa in scena cinematografica, con tre attori che interpretano il protagonista, fra cui Saul Nanni.
L’anteprima mondiale del documentario è stata una serata-evento ricca di ospiti italiani e internazionali all’interno del nuovo Teatro 22 di Cinecittà.
Quello di Cucinelli oggi è un impero quotato in Borsa che affonda sempre le sue radici nel borgo di Solomeo.
E il suo fondatore crede ancora fortemente in un capitalismo umanistico.
“Io credo che il capitalismo debba essere contemporaneo ad ogni cosa. Cinquanta anni fa il capitalismo era una cosa e oggi è diversa. – ha affermato l’imprenditore – Io dico ai miei: cerchiamo di essere normali, lavoriamo le giuste ore, curiamo la mente l’anima e il corpo ogni giorno. San Benedetto dice una cosa bella quando dice: Cerca di essere rigoroso e dolce, esigente maestro e amabile padre. Prova a mettere insieme questi quattro aggettivi. Quindi di cosa abbiamo bisogno? Di normalità”.











