Italia: 1.548 comuni con almeno un albero monumentale, il primato al Friuli-Venezia Giulia

Ad una categoria particolare di alberi, quelli monumentali, e al patrimonio forestale nazionale è dedicato il rapporto Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia.

La collana che ha come focus i piccoli comuni, così come definiti dalla legge Realacci n.158 del 6/10/2017, nelle due edizioni precedenti si è occupata in collaborazione con Coldiretti di prodotti tipici, stimando per la prima volta il peso delle produzioni DOP e IGP nei piccoli comuni, e di itinerari storico culturali, si arricchisce di un nuovo volume dedicato a questo asset di primaria importanza che interessa allo stesso modo nord e sud del Paese.

Il rapporto porta alla scoperta delle oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, che mostra inoltre una speciale relazione tra i piccoli comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli comuni.

Sono inoltre 1.548 i comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli comuni. Guardando allo specifico delle regioni, il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui quasi la metà, 209, nei piccoli comuni.

Il report racconta anche tante storie, in Sardegna, ad esempio, nel piccolo comune di Luras (SS) si trova uno degli olivi più antichi d’Italia e d’Europa: si tratta di S’Ozzastru, un olivo selvatico che è stato testimone della storia dell’isola dal periodo nuragico fino ai giorni nostri, dato che secondo le stime sull’età precede di circa 1.500 anni la nascita di Roma e Atene, le due culle della civiltà classica.

O anche il Castagno dei Cento Cavalli, il monumento verde più famoso della Sicilia, situato nel piccolo comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, sul versante orientale dell’Etna, che viene menzionato in documenti antichi che risalgono al XVI secolo e colpisce per le sue straordinarie dimensioni.

Oppure si pensi alla quercia delle Checche (nome utilizzato in Toscana per indicare le gazze), nel piccolo comune di Pienza in provincia di Siena, primo albero d’Italia a diventare monumento verde nel 2017, dando il via al processo di tutela degli alberi monumentali del nostro Paese, grazie al forte attivismo della comunità locale.

Alberi capaci di alimentare storie e tradizioni della cultura italiana, come accaduto ad esempio con la quercia di Villa Carrara, a Capannori (LU), che pare sia stata di ispirazione allo scrittore Carlo Collodi per descrivere l’impiccagione del burattino protagonista del celebre romanzo Pinocchio.