Che cosa scatena il fuoco della rabbia in Annalisa? “Le ingiustizie. Per esempio quando vedo chi soffoca la libertà degli altri di essere quello che vogliono davvero e non rispetta le scelte. È un tema che le donne conoscono bene“.
E’ una delle domande alle quale ha risposto l’artista, star di copertina del nuovo numero di Grazia, diretto da Silvia Grilli, con un’intervista e un servizio fotografico esclusivi.
Mentre l’album Ma io sono fuoco scala le classifiche, Annalisa – cantautrice dei record, la donna con più singoli piazzati ai vertici della classifica, 52 dischi di platino e 14 d’oro, la prima italiana che l’anno scorso negli Stati Uniti ha conquistato un Global Force Award ai Billboard Women in Music – parla delle passioni che l’hanno cambiata e di come la ragazza insicura di un tempo è ora una donna che dà voce ai suoi sogni.
Nell’album – le viene chiesto ancora – parla schiettamente a uomini e donne. Non sono prevedibili i personaggi dei suoi testi: maschi fragili o narcisi, ragazze forti o molto ingenue. Non fa sconti. “È sacrosanto rimarcare che noi donne facciamo più fatica, ma a volte si rischia di banalizzare e appesantire. Sogno un mondo in cui non si debba più specificare che parliamo di una donna, di un uomo, di qualcuno con un certo tipo di gusti sessuali. A me piacerebbe che si parlasse di persone e delle loro storie. Perché nessuno è perfetto o ha la verità in tasca per giudicare. È attraverso le imperfezioni e i momenti di sconforto che a volte diventiamo più umani. Sul palco io metto in piazza i miei sentimenti, la mia vita e le mie fragilità. E ai ragazzi che mi seguono vorrei che arrivasse il messaggio che anche loro possono liberarsi di ogni maschera”.
A proposito della consapevolezza acquisita della sua sensualità e del fatto che chi ne è portatore, in Italia, venga attaccato, l’artista ha sottolineato: “È un pregiudizio difficile da scardinare. Ma ho fiducia, lo farà il tempo. Serve parlarne perché è una visione limitata e generazionale, che non appartiene ai più giovani. Quando una di noi si esibisce, mette in conto che ci sarà chi la giudicherà per quanto è sexy. Ma non deve essere il limite. La battaglia per la credibilità delle donne, il cui merito non dipende da bellezza, amicizie potenti o età, è una di quelle che più mi sta a cuore”.











